I 5 luoghi comuni da sfatare sul Canto

Canto

I 5 luoghi comuni da sfatare: dall’età all’essere stonati, viaggio nei passaparola che condizionano l’approccio al canto (e alla musica in generale)

Una delle cose che mi ha spinto a scrivere questo breve articoletto sui luoghi comuni che riguardano il canto è la serie di domande ricorrenti cui mi trovo ciclicamente a rispondere e che mi vengono poste soprattutto dagli adulti, sia che si tratti di genitori di ragazzi che vorrebbero approcciarsi alla disciplina o che si tratti di appassionati “over” che vorrebbero finalmente, dopo anni di lavoro, famiglia e impegni vari, togliersi la soddisfazione di fare ciò che amano.
Molto spesso i dubbi riguardano la possibilità di imparare veramente a cantare, in quanto è credenza diffusa che, se non si possiede già una dote abbastanza spiccata di natura, non si riuscirà mai ad imparare bene, oppure che l’età anagrafica possa pregiudicare la possibilità di ottenere risultati validi o ancora che il cantante non sia un vero e proprio musicista… ecco dunque che molte persone precludono a sé stesse la possibilità di seguire la loro passione a causa di errate convinzioni.

Andiamo allora a sfatare questi miti uno alla volta

1. NON SI PUO’ IMPARARE A CANTARE SE NON SI HA UNA GRANDE DOTE NATURALE

c’è una speranza per tutti perché non è necessariamente così.
Certo, una predisposizione naturale, un orecchio portato e una buona musicalità sono doti che possono fare la differenza, ma per esperienza posso dire che una voce “normale” può ottenere dei risultati magnifici mentre, al contrario, molte perone dotate non sanno sfruttare questo dono.
Senza la tecnica nemmeno la voce migliore sarà abbastanza, tecnica che è nata per permettere a chiunque di esprimere al massimo le proprie potenzialità. La storia della musica è piena di grandi cantanti che riuscivano a trasmettere emozioni fortissime senza essere nati con una dote fenomenale.

Questo ci porta alla seconda domanda, o meglio considerazione, ricorrente cui mi scontro spesso ovvero:

2. IO SONO STONATA/O QUINDI NON CI PROVO NEMMENO

Il concetto di “stonatura” è molto più complesso di quello che si crede e riguarda cervello, respirazione, tensione nervosa e molto altro.
Senza entrare nel dettaglio, quello che c’è da sapere è che la persone veramente “stonate” sono una percentuale molto più bassa di quello che si creda.
Queste persone in realtà soffrono di AMUSIA, ovvero l’incapacità di elaborare i suoni in maniera corretta e quindi di emetterli di conseguenza.
La maggior parte delle persone mancano di tecnica, di allenamento all’orecchio e alla riproduzione dei suoni, tutte cose che si possono imparare, come si può imparare suonare, a giocare a carte o a tennis… e non è necessario essere piccoli per riuscirci, anzi, una voce già sviluppata è un grande aiuto.

Infatti spesso il cruccio degli adulti è

3. SONO TROPPO VECCHIA/O PER IMPARARE

Siamo nel 21esimo secolo e sempre più persone possono e vogliono fare quello che amano alla soglia dei 40 anni, persone che magari non hanno mai avuto la possibilità di esprimersi in giovane età per i più svariati motivi.

Certo, se lo scopo è quello di diventare una famosa rockstar può essere difficile, anche se non del tutto impossibile, questo perché si tende a produrre giovani di bell’aspetto che potenzialmente hanno una lunga carriera davanti.
Una voce adulta però ha un vantaggio molto grande: è già formata, non deve sottostare più alla muta e chi la possiede ha un apparato fonatorio sviluppato.
Il bambino, al contrario, ha la così detta “voce bianca”, che accomuna maschi e femmine, e che va educata più che altro all’orecchio e al ritmo in quanto l’apparato fonatorio di un bambino è più delicato e non va quindi “stressato” con esercizi troppo pesanti.
Gli adolescenti invece si trovano in quella fase detta di “muta” della voce, fase delicata durante la quale è meglio andare con i piedi di piombo.
La voce adulta invece può lavorare a pieno ritmo fin da subito e colmare il gap in termini di età.

4. GLI UOMINI NECESSITANO DI UN INSEGNANTE UOMO E LE DONNE DI UN’INSEGNANTE DONNA

… se l’insegnante è valido è in grado di insegnare ad entrambi!
Può essere semmai una preferenza dell’allievo “sentire” una voce che viaggia sulle sue stesse frequenze, perché magari questo lo aiuta nella percezione dei suoni, ma per mia esperienza personale dopo un piccolo periodo di assestamento la cosa non è più necessaria!

chiudiamo con un grandissimo mito da sfatare:

5. IL CANTATE NON E’ UN MUSICISTA (e non ha bisogno di imparare la musica)

Se una persona canta solo per una soddisfazione personale (o per fare belle figura a karaoke del sabato sera) in realtà non ha necessità di imparare la musica, ma se solo ha delle piccole ambizioni, come cantare in un gruppo o in duo, in qualche serata nei locali, allora è più che necessario;
Il cantate deve sapere anche un po’ di linguaggio dei musicisti, conoscere la sua voce e sapere quale sia la tipologia, il registro, avere una piccola base di armonia in modo da poter dare indicazioni riguardo la tonalità dei brani e in modo da poter scegliere il repertorio consono.
Se poi impara anche a suonare uno strumento, allora la sua formazione sarà davvero completa!

In ogni modo non date mai nulla per scontato riguardo al canto e alla musica, siate curiosi e chiedete sempre al vostro insegnante (o futuro tale).
Se saprà e vorrà darvi spiegazioni, allora è un buon insegnante!